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Il Panegyricus Messallae ci è conservato nel Corpus Tibullianum, ma non può essere stato composto né da Tibullo né da un poeta dell'età augustea. Questo carme, che è l'unico in esametri del Corpus Tibullianum, deve essere piuttosto interpretato come un esercizio poetico-retorico, scritto dopo la prima metà del I sec. d.C, ma forse anche più tardi, da un autore che probabilmente voleva essere considerato Tibullo. Il commento presente in questo volume si sofferma sugli elementi utili alla datazione del Panegyricus Messallae; esso, inoltre, pone in rilievo le corrispondenze esistenti tra questo componimento e i precetti formulati dai retori sull'encomio e le poche, ma significative reminescenze del Panegyricus Messallae presenti in autori tardo-antichi.